La miglior dieta per il cuore? Secondo i cardiologi americani, è una Dieta Pesco-Mediterranea con digiuno intermittente

Pesce, Dieta Mediterranea e Digiuno intermittente. Sono tre i cardini su cui si basa l’articolo pubblicato sul “Journal of the American College of Cardiology” nel settembre 2020 da O’ Keefe e al dedicato a individuare il regime alimentare più indicato per la salute cardiovascolare.

O’ Keefe e colleghi osservano come oggi «in molti consumano in maniera eccessiva prodotti di origine animale, spesso carni lavorate ricche di grassi saturi e additivi chimici». Ma allo stesso tempo, «il veganismo radicale può causare carenze alimentari e predisporre le persone ad osteopenia, sarcopenia e anemia».

La soluzione? «Un compresso logico è una dieta ricca di verdure con pesce e frutti di mare come principali origini di prodotti animali». E dunque, una dieta Pesco-Mediterranea: «Questa dieta si basa su verdura, frutta, semi e frutta secca, legumi, cereali integrali e olio extravergine d’oliva abbinati a pesce/frutti di mare e prodotti caseari fermentati». Da bere acqua, caffè e tè.

Il pesce e i frutti di mare sono già considerati elementi cardini della Dieta Mediterranea, ma l’articolo di O’ Keefe e colleghi tende ad enfatizzarli non solo come origine di proteine animali, ma anche per i grassi omega-3 in essi presenti fortemente correlati a una riduzione del rischio di malattia coronarica, infarto e malattia metabolica.

Nell’articolo vengono citati numerosi studi. Particolarmente rilevatore la ricerca “Adventist Health Study 2” della “North American Adventists” su oltre 73 mila soggetti in oltre sei anni, che ha comparato la mortalità tra vegani, lacto-ovo vegetariani, pesco-vegetariani, semi-vegetariani e onnivori. I pesco-vegetariani hanno dimostrato di essere i più longevi in assoluto tra tutti i gruppi presi in esame, specie per ischemia o malattia coronarica.

A queste indicazioni alimentari si aggiunge il digiuno intermittente, ovvero la possibilità di concentrare i pasti in una finestra che va dalle sei alle 12 ore al giorno, in buona sostanza saltando uno dei tre pasti principali. Il digiuno intermittente, infatti, aiuta il metabolismo, riduce l’infiammazione e il rischio di diabete, malattia coronarica, cancro e malattie neurodegenerative.

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