La Dieta Mediterranea rallenta il Decadimento cognitivo

Invecchiamento è spesso sinonimo di riduzione delle performance cognitive. Che si tratti di sporadici episodi di “dimenticanze” o di demenza vera e propria, con tutto il carico di sofferenza che comporta per il paziente e per i suoi familiari, la perdita dell’integrità mentale è sempre qualcosa che ci spaventa, sia per la nostra impotenza nei suoi confronti, sia per la scarsità e parziale efficacia delle terapie disponibili.

Non possiamo pensare che non ci riguardi: con 50 milioni di persone in tutto il mondo affette da morbo di Alzheimer, la demenza è realmente un problema di salute pubblica globale.

Ma se è vero che non possiamo né prevedere, né modificare i fattori di predisposizione genetica per la demenza, non dobbiamo dimenticare che il mantenimento delle abilità cognitive è legato anche a tanti fattori sui quali possiamo agire in modo consapevole: l’allenamento cerebrale dato dal continuo cimentarsi con stimoli ed esperienze nuove; un’attività fisica regolare; una dieta adeguata.

Di questi, il più semplice e facilmente applicabile nella vita di tutti i giorni è probabilmente la dieta.

Ma quale dieta?

Numerosi studi scientifici hanno messo in correlazione l’aderenza alla dieta mediterranea con la riduzione del rischio di andare incontro a decadimento cognitivo. Un lavoro del 2017, in particolare, ha esplorato l’effetto della dieta mediterranea sui vari aspetti delle abilità cognitive traendone risultati interessanti: tutti i domini cognitivi (in particolare memoria, linguaggio, abilità esecutive e visuo-spaziali) risultavano infatti positivamente influenzate dalla dieta, sia in un campione eterogeneo composto da persone affette da demenza e da persone non affette da demenza, sia in un campione di sole persone non affette da decadimento cognitivo. La dieta mediterranea sembrerebbe, pertanto, non solo conferire protezione nei confronti della demenza, ma anche favorire migliori capacità cognitive negli individui sani.

Tra i vari domini cognitivi, i migliori risultati sono stati ottenuti nell’ambito della memoria. E forse non sorprenderà, alla luce del sapere comune tramandato dalle nonne, che il consumo di pesce sia risultato significativamente protettivo nei confronti della demenza. In aggiunta a questo, l’assunzione di cereali integrali è apparsa in grado di migliorare le abilità cognitive.

Quali sono i meccanismi attraverso i quali la dieta può conferire una protezione nei confronti della demenza?

Un primo meccanismo è costituito dalla ricchezza di sostanze antiossidanti, come vitamina E, C, folati e polifenoli, negli alimenti costitutivi della dieta mediterranea. Vari studi hanno evidenziato come tali sostanze diminuiscano l’ossidazione dei lipidi e migliorino la funzione mitocondriale. Poiché l’ossidazione dei grassi favorisce il processo di aterosclerosi, e lo stress ossidativo in sé danneggia il DNA delle cellule, capiamo come una limitazione di questi processi possa giovare al mantenimento in salute dei neuroni. In particolare, frutta e verdura riducono i radicali liberi proteggendo i neuroni dalla morte cellulare, e i flavonoidi contribuiscono a ridurre l’infiammazione a livello cerebrale.

Il secondo, importante meccanismo è proprio l’effetto antinfiammatorio complessivo della dieta mediterranea. Vari alimenti fondanti della dieta mediterranea esercitano un effetto antinfiammatorio sull’organismo, riducendo i livelli di proteine dell’infiammazione, come la PCR e l’IL-6: parliamo dell’olio d’oliva e del pesce, ricchi in omega-3 e in acidi grassi “buoni”, dei cereali non raffinati e di frutta e verdura, fonte di fibre, nonché del vino rosso, purché assunto in quantità moderate. La riduzione dell’infiammazione è stata ritrovata sia a livello sistemico (ossia nel sangue), sia a livello cerebrale, sia a livello intestinale. L’infiammazione cronica è dannosa per il cervello, poiché innesca e mantiene un processo di degenerazione cerebrale che passa attraverso eventi come morte dei neuroni, microinfarti cerebrali, aumentata deposizione nel cervello di una sostanza caratteristica dell’Alzheimer, l’amiloide. Secondo vari studi, chi assume con costanza una dieta capace di ridurre l’infiammazione mantiene migliori prestazioni cognitive e conserva una struttura cerebrale maggiormente “integra”, come evidenziato dalle immagini acquisite con TAC e RMN.

In terzo luogo, la dieta mediterranea protegge il cervello attraverso la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ipertensione, sindrome metabolica, diabete sono tutte malattie che predispongono al danno cerebrale attraverso diversi meccanismi. L’aterosclerosi e l’ictus danneggiano il cervello tramite il ridotto o mancato afflusso di sangue, che provoca sofferenza e morte dei neuroni; la fibrillazione atriale, oltre a predisporre all’ictus, sembra contribuire di per sé alla riduzione di volume dell’ippocampo, area cerebrale deputata alla memoria; le malattie cardiologiche, come lo scompenso, peggiorano le capacità cognitive tramite una riduzione del flusso di sangue al cervello. La dieta mediterranea determina un rimaneggiamento dell’assetto lipidico dell’organismo, aumentando la quota di grassi “buoni” (gli acidi grassi polinsaturi, o PUFA) e riducendo la percentuale di acidi grassi saturi, che predispongono all’aterosclerosi. Non solo: i PUFA sembrano avere essi stessi degli effetti neuro-protettivi, esercitando un’azione antinfiammatoria e stimolando i processi di riparazione di eventuali danni subiti dai neuroni.

Esiste dunque una dieta per mantenerci giovani?

Non possiamo purtroppo affermare questo: molti studi scientifici hanno dimostrato che coloro che seguono la dieta mediterranea mantengono migliori prestazioni cognitive e presentano un rischio ridotto di andare incontro a demenza. Tuttavia non vi è una ricetta che protegga tutti, allo stesso modo, dall’invecchiamento, né un singolo alimento in grado di esercitare una specifica azione sul nostro cervello. Si tratta, piuttosto, di un effetto sinergico conferito dall’insieme di alimenti costitutivi di una dieta che, insieme a un corretto stile di vita, aiuta a invecchiare in modo migliore e a vivere questa fase del proprio tempo con pienezza.

di Francesca Busetti

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