Crisi climatica: la dieta mediterranea salverà il pianeta

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa comprende vari punti tra cui gli obiettivi relativi all’alimentazione, quali la fine della fame e tutte le forme di malnutrizione, buona salute e benessere per tutti, insieme a un basso impatto ambientale e un approccio sostenibile per preservare la salute mondiale. Una dieta sostenibile viene definita “a basso impatto ambientale che contribuisce alla sicurezza alimentare e nutrizionale ed alla vita sana per le generazioni presenti e future” con caratteristiche specifiche, come “protettiva e rispettosa della biodiversità e degli ecosistemi, culturalmente accettabile, accessibile, economicamente equa e conveniente, nutrizionalmente adeguata, sicura e sana, capace di ottimizzare al contempo le risorse naturali e umane ”. Recentemente, l’ultimo rapporto della commissione EAT-Lancet composta da esperti di fama globale ha concluso che un modello dietetico sostenibile includerebbe in modo ottimale principalmente fonti proteiche di origine vegetale, grassi principalmente da fonti vegetali insature, carboidrati da cereali integrali, frutta e verdura; il consumo moderato di latte e uova sarebbe facoltativo. È degno di nota sottolineare che il consumo di alimenti prodotti localmente può influenzare positivamente l’impatto ambientale delle abitudini alimentari (sebbene non sia esplicitamente fornito nella definizione di dieta sostenibile). In questo contesto, la dieta mediterranea è stata considerata un prezioso esempio di modello dietetico sano e sostenibile: essa si riferisce allo stile di vita tradizionale adottato in particolar modo dalle popolazioni di alcuni paesi del Mare Nostrum quali Cipro, Croazia, Spagna, Grecia, Italia, Marocco e Portogallo, e solo recentemente è stato dichiarato patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO per via del suo valore in quanto espressione del patrimonio culturale di una popolazione, capace di offrire una serie di benefici per la salute. Il modello dietetico mediterraneo è oggetto di studi da parte della comunità scientifica internazionale per essere potenzialmente applicato a livello globale, in quanto, secondo diversi studi scientifici, può rappresentare il punto di svolta nel miglioramento della qualità della vita dei cittadini e nella protezione dell’ecosistema mondiale.

Diversi studi condotti sulla coorte SUN hanno mostrato che una migliore aderenza alla dieta mediterranea è associata ad un tasso di mortalità inferiore, ad una mitigazione dell’effetto dannoso del sovrappeso / obesità sulla salute, in particolar modo sul rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, ad una forte riduzione del rischio di diabete di tipo 2, ad un riduzione del rischio di sviluppare diversi tipi di tumore e ad minore incidenza della sindrome metabolica, come è stato confermato anche nello studio PREDIMED e in grandi meta-analisi, ad una funzione cognitiva regolare ed una buona salute mentale, all’attenuazione del rischio di depressione. Gli stessi studi hanno anche mostrato che una migliore aderenza alla dieta mediterranea è associata a un uso del suolo inferiore, consumo di acqua, consumo di energia ed emissioni di gas-serra in modo lineare. Secondo uno studio condotto nel 2013 dalla SINU – Società Italiana di Nutrizione Umana, i consumi riconducibili al modello alimentare mediterraneo determinano impatti ambientali nettamente inferiori rispetto ad una dieta iperproteica, in termini di emissioni di gas serra, consumo ed inquinamento di acqua e consumo di suolo e risorse. Si stima in media che per ottenere 100 calorie, la Dieta Mediterranea provochi un impatto ambientale di circa il 60 % inferiore rispetto ad una alimentazione di tipo nordeuropeo o nordamericano. La letteratura scientifica fornisce numerose prove convincenti dell’effetto benefico del modello dietetico mediterraneo sulla salute umana e sull’ambiente. Pertanto, alla luce della emergenza climatica e ambientale riconosciuta a livello mondiale e formalmente decretata da diversi Stati ed enti governativi, tra cui il Parlamento europeo con una risoluzione del 29 Novembre 2019 che sancisce l’impegno di ridurre in maniera netta le emissioni di Co2 entro il 2050 e dei gas serra entro il 2030 (questi ultimi del 50% rispetto ai livelli del 1990), è fondamentale l’adozione per tutti di un sistema dietetico sostenibile.

Diffondere la Dieta Mediterranea, attraverso un’azione congiunta tra i principali stakeholder istituzionali, associativi, economico-sociali, rappresenta la strategia ideale da perseguire nel raggiungimento di un significativo miglioramento della sostenibilità ambientale globale, che miri ad un’equa distribuzione delle risorse e una adeguata disponibilità di cibo, attraverso l’incoraggiamento (mediante politiche d’investimento ed incentivi) dello sviluppo di un’agricoltura più sostenibile, pratiche di pesca meno invasive, ed una riduzione degli sprechi alimentari a livello di approvvigionamento e di consumo da parte dei singoli consumatori.