Dieta Mediterranea: chi vi aderisce ha anche uno stile di vita più sano. I dati dello studio spagnolo

Dicono che un’abitudine se ne tiri dietro un’altra. Così, come le cattive abitudini sono foriere di altri vizi e sregolatezze, così le buone abitudini portano con sé altre virtù e conseguenze positive per la salute, la socialità e l’ambiente che ci circonda.

Uno studio spagnolo, pubblicato nell’articolo di San Onofre Bernat e al. su Nutrients nell’ottobre 2022, ha proprio analizzato il rapporto tra regime alimentare e stili di vita in ben 2 mila 728 cittadini della Comunità Valenciana, un campione di dati raccolto in occasione di un’indagine nutrizionale compiuta tra il 2010 e il 2011.

L’analisi ha dimostrato come i più fedeli alla Dieta Mediterranea, tra Valencia e dintorni, fossero le persone che abitavano con un partner, quelle capaci di concedersi degli spuntini tra un pasto e l’altro, i non fumatori e chi aveva più di 45 anni. A rischio, insomma, i giovani e i fumatori, con una preoccupazione: la trasmissione dei principi della Dieta Mediterranea sta incontrando sempre più difficoltà, sia per l’avanzata del junk food sia per tempi di vita sempre più frenetici.

Eppure, come anche i dati sulla salute di chi aderiva alla Dieta Mediterranea suggeriscono, i benefici restano centrali: «L’evidenza – scrivono gli autori tra le conclusioni – suggerisce che la Dieta Mediterranea ha effetti salutogenici nelle popolazioni sane, prevenendo il sovrappeso e l’obesità e altre malattie non trasmissibili, e ha pure un’impronta ambientale inferiore rispetto all’attuale modello dietetico della popolazione spagnola e occidentale». Per questo, «è una priorità per la salute pubblica promuovere l’adesione alla Dieta Mediterranea», soprattutto tra i più giovani e tra chi vive da solo.