Dieta Mediterranea: un aiuto contro molte patologie

Il comparto agricolo italiano, oltre a essere un settore importante a livello produttivo, fornisce alimenti che favoriscono il nostro benessere, come testimoniano i benefici apportati alla nostra salute dalla Dieta mediterranea, che si basa proprio su un elevato consumo di prodotti agroalimentari nostrani. Regime alimentare le cui benefiche proprietà per l’organismo sono state evidenziate dall’epidemiologo e nutrizionista statunitense Ancel Keys già negli anni ’50, che notò la bassa incidenza di patologie cardiovascolari nelle popolazioni che vivevano nel bacino Mediterraneo, la Dieta mediterranea per le sue preziose caratteristiche è stata anche dichiarata dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità.

Ma cosa contraddistingue questo tipo di alimentazione? “La Dieta mediterranea è caratterizzata dal consumo prevalente di alimenti di origine vegetale, insieme a una moderata assunzione di quelli animali – principalmente pesce -, dall’uso dell’olio d’oliva e da un consumo moderato di vino, esclusivamente ai pasti”, spiega Stefania Maggi, dirigente di ricerca dell’Istituto di neuroscienze (In) del Cnr e presidente della Fondazione Dieta Mediterranea. “La piramide alimentare, che raffigura in modo semplice e diretto questo modello nutrizionale, vede alla base frutta e verdura – preferibilmente di stagione e di filiera corta -, quindi il pane, la pasta e i cereali – meglio se integrali – insieme ai legumi e all’olio extravergine d’oliva. A metà piramide ci sono il latte e i latticini, le carni bianche, le uova e il pesce, alimenti da consumare con moderazione. In cima alla piramide, infine, ci sono carne rossa e dolciumi, da limitare a poche occasioni”.

Numerosi sono gli effetti positivi per l’organismo del consumo di questi prodotti. “L’alimentazione mediterranea, insieme all’attività fisica, aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, il diabete e alcuni tipi di tumore (colon retto, mammella, prostata, pancreas, endometrio)”, prosegue la ricercatrice del Cnr-In. “Inoltre, l’assunzione di cibi freschi e integrali permette una maggiore disponibilità e un utilizzo di micronutrienti e antiossidanti, sostanze in grado di contrastare la formazioni dei radicali liberi, particelle nocive per l’organismo che ne accelerano l’invecchiamento. Mangiare mediterraneo si dimostra utile al mantenimento di un buono stato di salute grazie all’azione sinergica di importanti nutrienti, come acidi grassi omega-3 e antiossidanti, in grado di contrastare lo stato infiammatorio alla base delle malattie croniche degenerative che interessano un sempre maggior numero di individui nel mondo”.

Studi condotti da nutrizionisti sulla Dieta mediterranea hanno evidenziato come i singoli componenti o gruppi di alimenti che la compongono non forniscono in forma isolata alcuna protezione rilevante. “Probabilmente questo tipo di dieta è salutare grazie a una combinazione dei diversi cibi che la caratterizzano”, aggiunge Maggi. “Non solo, è probabile che fondamentali siano anche altri fattori, quali la convivialità che caratterizza i pasti dei popoli del Mediterraneo e una maggiore attività fisica, tutti elementi che contribuiscono a creare i presupposti di uno stile di vita complessivamente più sano”.

Passi avanti nella comprensione dei fattori alla base dell’elevato potere benefico della Dieta mediterranea sono stati fatti di recente. “I risultati di PrediMed, uno studio di intervento che ha confrontato il modello Mediterraneo con una dieta a basso introito di grassi, hanno confermato che un’alimentazione ricca di grassi monoinsaturi o polinsaturi, di olio extravergine di oliva e di frutta, con un elevato consumo di pesci contenenti grassi Omega3 e di legumi svolge un effetto di prevenzione primaria degli eventi cardiovascolari superiore a quello di una dieta ipolipidica (povera di grassi) classica”, conclude la ricercatrice. “La dieta arricchita in olio di oliva extravergine sembra conferire un maggiore effetto protettivo anche per diabete, osteoporosi, decadimento cognitivo e sulla mortalità per qualunque causa”.

Articolo a cura di Rita Bugliosi, dell’Ufficio Stampa del CNR.

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