Verso la Giornata mondiale della biodiversità del 22 maggio. Iniziative in Campania per una “One Health” europea

Dieci giorni di iniziative incentrate sulla creazione di una One Health europea sostenibile attraverso un sistema agroalimentare più resiliente e inclusivo con eventi, incontri e dibattiti che verteranno sul ruolo strategico del settore agroalimentare europeo.

Sulla scia di una pandemia che ha sconvolto gli equilibri di tutto il mondo e aggravato i problemi preesistenti del sistema in cui viviamo, e nel bel mezzo di una guerra che sta mettendo a dura prova la resilienza del mondo, i tempi sono maturi per attuare quel processo di rigenerazione di cui si parla da tempo. Si parla di “rigenerazione” e non solo di “ripartenza”, non a caso. 

La grande sfida della nostra epoca è preservare il pianeta, nutrendo l’umanità in modo sano e curando l’ecosistema che ci accoglie.

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), così come la strategia di protezione della biodiversità dell’UE, e in particolare la strategia “From Farm to Fork”, sono i motori principali del Green Deal europeo. Se avrà successo, questo accordo permetterà all’Europa di diventare il primo continente neutrale in termini di emissioni di gas serra entro il 2050.

Come possiamo raggiungere questi obiettivi?

I giovani di tutta Europa chiedono cambiamenti a livello europeo per trasformare il sistema alimentare in modo che sia più sostenibile, attraverso la promozione di un’agricoltura rigenerativa, la definizione di linee guida uniformi per la nutrizione e l’etichettatura, e il rendere i sistemi alimentari più inclusivi.

Viviamo in una società post-industriale e globalizzata, dove la rivoluzione digitale sta prendendo sempre più controllo sulle nostre vite. Ma questo fornisce anche gli strumenti per imparare e riconoscere l’importanza di una buona dieta, così come ci aiuta a connetterci con il cibo, con chi lo produce, chi lo distribuisce e chi lo trasforma.

Il cibo è vita, energia e nutrimento. È il veicolo di valori, cultura, simboli e identità. Il cibo è socialità. Mangiare è un’attività essenziale per gli esseri umani, ma richiede coscienza e consapevolezza.

Il cibo può essere uno strumento per ristabilire l’equilibrio tra l’uomo e la natura. È ancora possibile mitigare gli effetti del cambiamento climatico intervenendo sui modelli di produzione e consumo.

Possiamo cambiare il mondo un boccone alla volta. Mentre questo è ancora possibile, dobbiamo stare attenti a non cadere nella trappola di semplificare eccessivamente le intricate dinamiche del nostro sistema agroalimentare iper-globalizzato.

Cibo, agricoltura e ambiente. Questi tre elementi, ormai inseparabili, rappresentano i bisogni primari dell’umanità. Solo la magica armonia tra le loro esigenze individuali, spesso in opposizione, può garantire un futuro al pianeta.

Pensare al futuro del cibo oggi significa ripensare i nostri modelli di produzione e i ruoli dei protagonisti dell’industria agroalimentare: gli agricoltori. Inoltre, dobbiamo considerare le industrie e come potranno generare un cambiamento rivoluzionario nel modo di produrre cibo ottimizzando le loro risorse, che sono quelle fornite dalla natura: acqua, energia e suolo.

Questa situazione di emergenza globale senza precedenti causata dal coronavirus sta semplicemente rendendo più evidenti le distorsioni e i paradossi dei sistemi alimentari. Se non vengono ripensati in modo sostenibile e rigenerativo, non saranno in grado di resistere alle sfide globali del nostro secolo: crescita della popolazione, pandemie e cambiamenti climatici.

Mentre il mondo sta a guardare, testimone impotente dei tragici eventi che si stanno svolgendo in Ucraina, gli effetti a cascata hanno già iniziato a increspare i sistemi alimentari globali, l’energia, il clima, le economie e una miriade di altri aspetti della vita negli angoli più remoti del mondo.

Senza accordi o patti raggiunti a livello geopolitico, gli effetti della guerra stanno acuendo i loro picchi non solo in Europa ma in tutto il mondo, attraverso il cibo, l’energia, il clima e altri contesti che toccano la vita quotidiana di persone lontane dall’Ucraina. 

Come possiamo garantire cibo sicuro per la comunità umana e per il Pianeta? 

Creare un sistema alimentare più efficiente e sostenibile, in grado di avere un impatto indiretto e a lungo termine sulla sicurezza alimentare, non può essere fatto in un colpo solo. Richiede un approccio olistico alla catena del valore e al sistema alimentare, dal raccolto alla fase di distribuzione o trasformazione, o a livello del consumatore con diete e consumi sostenibili. 

AGENDA

La EU AgriFood Week incontrerà un vasto pubblico. Giovani, agricoltori, leader dell’industria agroalimentare, politici, giornalisti, il mondo della scienza e della ricerca, innovatori, investitori e startup.

Il tema del cibo sarà affrontato da diversi punti di vista partendo dalla cultura e dall’identità, passando per l’aspetto della cura del territorio, delle risorse, della biodiversità e del paesaggio, per poi concentrarsi sulla diplomazia alimentare, la salute e lo stile di vita.

A POLLICA

Domenica 22 maggio, al Castello dei Principi Capano, Pollica (SA), alle ore 10 il Segretario Scientifico della Fondazione Dieta Mediterranea Domenico Rogoli interverrà all’incontro Mediterraneità: semi di futuro per l’umanità. Future Food Institute ha deciso di trasmettere a tutti coloro a cui si rivolge e con cui interagisce l’importanza del benessere. Lo slow living tende a ricreare un nuovo umanesimo dell’essere e del vivere nei luoghi. Il Comune di Pollica aderisce alla rete delle Città Slow con la sua nomea di culla della Dieta Mediterranea. Proprio quest’ultima, ormai divenuta il cuore di Future Food Mediterraneo è uno dei principali strumenti per mettere in pratica il benessere e la salute mentale e fisica. Il Modello Mediterraneo ci insegna, fin dalle sue antiche origini, che l’unico modo in cui l’umanità può prosperare è attraverso il raggiungimento del benessere collettivo. Oggi lo chiamiamo Prosperity Thinking, cioè forme di design sostenibile che mettono al centro la natura e i bisogni umani. In antichità era una mentalità più affine ai cicli naturali, che permetteva alle persone e al pianeta di prosperare insieme: attraverso la fiducia, la generosità, la diversità e l’uguaglianza.